In copertina: Carne in scatola, di MARIO BIFFARELLA
            
            L'enigma non esiste,
di Francesco Maria Di Bernardo Amato
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              L’INCUBO, IL  SOGNO E L’OMBRA
  a cura di Kronide/13
  da Wikipedia
   Originariamente, secondo il folclore romano,  un incubo (dal latino incubare,  "giacere sopra") era un demone di aspetto maschile che giaceva sui  dormienti, solitamente donne, per trasmettere sogni cattivi e, talvolta, per  avere rapporti sessuali con esse. Veniva anche associato, come nome secondario,  a Fauno, insieme ad altri come Fatuus, Fatuclus e Inuus. Questi demoni erano raffigurati aventi in testa un berretto  conico, che talvolta perdevano mentre folleggiavano. Colui che trovava uno di  questi acquistava il potere di scoprire tesori nascosti.
 Originariamente, secondo il folclore romano,  un incubo (dal latino incubare,  "giacere sopra") era un demone di aspetto maschile che giaceva sui  dormienti, solitamente donne, per trasmettere sogni cattivi e, talvolta, per  avere rapporti sessuali con esse. Veniva anche associato, come nome secondario,  a Fauno, insieme ad altri come Fatuus, Fatuclus e Inuus. Questi demoni erano raffigurati aventi in testa un berretto  conico, che talvolta perdevano mentre folleggiavano. Colui che trovava uno di  questi acquistava il potere di scoprire tesori nascosti.
 Plinio  il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, ne descrive i  rimedi, offerti dalla medicina popolare, per tutelarsi da incubi ricorrenti.
 Gli  incubi continuano ad essere presenti nelle leggende medievali, dove la loro  figura diventa più malvagia. L'incubo sottrae energia dalla donna con cui giace  per trarne nutrimento, e, nella maggior parte, dei casi uccide la sua vittima o  la lascia in pessime condizioni di salute. Una versione femminile di questo  demone è chiamata succubo.
 Durante  la caccia alle streghe, l'ammissione di aver avuto rapporti sessuali con un demone  o Satana era uno dei peccati per i quali le donne venivano uccise o mandate al  rogo.
 Si  riteneva che, a volte, durante gli incubi le donne concepissero dei figli con  demoni che le possedevano; una delle leggende  più famose è quella del mago Merlino, il celebre mago della epopea di re Artù.
 Sembrerebbe  che in alcune regioni d'Italia, questo mito sia stato modificato sino a rendere  l'incubo protagonista di molte tradizioni locali non solo un evento notturno,  ma anche un temuto personaggio della notte anche  oggi. Ovviamente, i nomi sono stati cambiati e la sua stessa natura di demone  spesso viene sostituita.
 In Sardegna,  in tempi non troppo remoti, i pastori sostenevano l'esistenza di creature  notturne capaci di "disturbare" chi dorme, provocando inevitabilmente  incubi. A volte, secondo queste credenze, assumono l'aspetto di esseri muniti  d'artigli, quindi facilmente collegabili come aspetto a lupi o cani di  proporzioni gigantesche, come per l'Ammuntadore  sardo (il quale viene raffigurato in maniere differenti e spesso discordi tra  loro). Altre volte, però, quelle creature assumono l'aspetto di folletti, il  cui unico scopo è custodire tesori e disturbare i dormienti (generalmente  sedendosi sul loro petto, impedendo una respirazione regolare), i quali, dopo  essersi dimostrati pazienti nei loro riguardi, possono entrare in possesso di  immense ricchezze.
 La  leggenda è stata ripresa dalla scrittrice Stephenie  Meyer, per la sua saga di Twilight: in quella saga, gli incubi  sono vampiri che seducono le donne, prima di ucciderle. Dato che in genere si  ritiene che la Meyer non si sia sufficientemente  documentata e le sue conoscenze siano generiche, non è detto che la fonte  diretta sia la mitologia e le leggende citate o piuttosto la letteratura  vampiresca (per esempio Carmilla,  di Sheridan Le Fanu, e non solo, in cui il vampiro che attacca la vittima nel  sonno  -donna o bambino che sia-, di  fatto, sta su di lui e gli preme addosso) o viceversa. Altre apparizioni  moderne degli incubi si trovano in vari giochi fantasy come D&D e Magic, in  cui assumono l'aspetto di cavalli diabolici.Incubi/Quando sognare fa paura
di  Marco PacoriL'esperienza del sonno può diventare  terrificante se facciamo dei sogni angoscianti ... specie se sono così vividi  da sembrare reali
 Nel linguaggio comune, quando viviamo  un'esperienza estremamente piacevole, diciamo che "abbiamo l'impressione  di trovarci in un sogno". In modo analogo, quando capitano disgrazie,  lutti o tutto ci va storto, possiamo commentare che "ci sembra di stare in  un incubo". Questi modi di dire rispecchiano in modo fedele la diversa  qualità dei nostri sogni: belli o brutti. 
 L'ASPETTO DEL BABAU
 I  brutti sogni sono  caratterizzati da un contenuto sgradevole e da sentimenti come il senso di  colpa, l'ansia, la solitudine o la depressione. Queste sensazioni possono anche  diventare più acute e incontrollabili e le immagini più terrificanti e  realistiche. In quel caso, l'agitazione ci spinge a svegliarci, ma abbiamo come  l'impressione di rimanere intrappolati o attirati nel sogno. Tutti abbiamo  passato delle notti tormentate da incubi, ma per una persona su dieci sono un  problema grave e ricorrente, che influenza negativamente diversi aspetti della  vita e crea un costante stato di apprensione, riguardo il  momento di  andare a letto. Non tutti i brutti sogni sono uguali; si possono distinguere in  base alla fase del sonno in cui si presentano o alle cause che ne sono all'origine. 
I TIPI DI INCUBI
 Fondamentalmente,  possiamo classificare gli incubi in tre categorie: 
·  Incubi REM (cioè che si realizzano  durante la fase del sonno in cui sogniamo);
·  Incubi Non REM (iniziano quando l'individuo è nel sonno profondo  e sono molto simili a delle allucinazioni).
·  Incubi Post-traumatici 
Vediamo ora quali sono gli elementi che li  contraddistinguono.
 Gli incubi  REM e Non-REM: queste due forme hanno la stessa origine, ma il modo in cui  si manifestano è diverso.
· Le cause sono le stesse: entrambi sono dovuti a  disagi sul piano emotivo, a stress prolungati o particolarmente intensi o a  disturbi della personalità. I problemi di questo tipo danno luogo a incubi  ricorrenti. 
· Le manifestazioni sono diverse: la principale  differenza consiste nella vividezza delle scene e nell' intensità del  coinvolgimento emotivo. Gli incubi REM sono comuni sogni, ma più cupi e  angoscianti; i secondi, invece, sono molto più simili a delle allucinazioni: la  persona ha l'impressione di essere sveglia e i suoi sensi le dicono che ciò che  avverte, per quanto improbabile (come vedere che le coperte si sollevano,  mentre qualcosa si muove sotto di esse), è vero.  Lo spavento che questa percezione genera è enorme. 
Di altra natura è il terzo tipo di incubi.  Gli incubi  Post-Traumatici
 Si tratta della  ripetizione nel sonno di fatti sconvolgenti realmente avvenuti, come un  drammatico incidente d'auto, una violenza sessuale o un'aggressione (non a caso,  l'incubo post-traumatico è uno dei disturbi più frequenti dei veterani di  guerra).
 Questi incubi,  di solito, iniziano poco dopo l'addormentamento, ma possono verificarsi in  qualunque fase del sonno e più volte nel corso della stessa notte. Il tema  rimane invariato: si rivive l'evento doloroso. Spesso, questa forma è  accompagnata da ampi e bruschi movimenti del corpo.
 Se chiunque di  noi ha avuto degli incubi, non per tutti è diventato un problema. Ciò dipende  dall'interazione di diversi fattori: fra questi spicca, innanzitutto, il  possedere un carattere predisposto. La ricerca ha messo in luce che esistono  personalità che, sottoposte a pesante stress o debilitate da lunghi periodi di malattia,  hanno un alto rischio di soffrire di questo disturbo. Qui di seguito diamo una  definizione e una descrizione di questi temperamenti. 
Chi è più predisposto
 Esistono tre  disposizioni del carattere che rendono più vulnerabili a sviluppare dei sogni  angoscianti. 
 Il temperamento  schizoide - Le persone che hanno questo tratto tendono a essere isolate  schive e inibite. Possono passare, da un giorno all'altro, da uno stato di  esaltazione e di iperattività a condizioni di passività, apatia e  trascuratezza. Spesso convivono con forti sensi di colpa e si chiudono in se  stessi, assorti in fantasie diurne dal tenore generalmente sgradevole.
 Il tipo A: questo carattere,  studiato originariamente perché particolarmente soggetto a rischio di infarto,  si è rivelato tipico di individui che presentano un'alta frequenza di incubi.  Questo stile di personalità è caratterizzato da un'eccessiva frenesia,  un'ambizione esasperata, una forte aggressività. Comune fra queste persone è  l'assumere atteggiamenti rigidi e ostili e mostrare un eccessiva ripetitività e  monotonia nelle loro abitudini.
 Il "Tenerone" -  Hartmann, un eminente studioso del sonno, ha scoperto che tra le personalità  normali esistono due inclinazioni opposte nel rapporto con il proprio mondo  interiore; ha chiamato questi due modi di essere: "Coriacei" e "Teneroni".  I primi sono razionali, schematici, imperturbabili. I secondi sono aperti,  flessibili ed emotivi. Ma ciò che maggiormente contraddistingue le due  disposizioni è il loro rapporto con l'esperienza del sogno e con quella  dell'incubo in particolare. Per [avere] un ritratto più accurato dei due  profili di personalità, [ci sono dei test appositi]. Un altro fattore che  incide nel prodursi di incubi e nella sua evoluzione come malattia sono alcune  cause di origine fisica. Ne elenchiamo le principali.
 Le cause  organiche - Gli incubi hanno un'alta incidenza fra i bambini; questo  fatto sembra da attribuire all'immaturità del loro sistema nervoso e  all'elevata impressionabilità. 
               L'assunzione  protratta di droghe o di alcool può determinare un deterioramento dei neuroni (le  cellule) del cervello e quindi predisporre all'insorgere di incubi. 
               Malattie del  respiro come asma, enfisemi (dei "buchi" nei polmoni), apnea notturna (una sospensione del sospiro che si presenta durante il sonno) o il  russare accompagnato da brevi sospensioni del respiro aumentano il rischio di soffrire  di incubi. La combinazione di asma e apnea accresce di tre volte la frequenza  di incubi, rispetto a chi soffre solo di interruzioni del respiro. Il fenomeno  è spiegato come una sorta di intossicazione del cervello, dovuto ad un accumulo  di anidride carbonica. 
 L'esperienza  dell'incubo è piuttosto frequente in chi è stato da poco sottoposto ad interventi  chirurgici. Quasi il 20% delle persone che subisce un'operazione, specie se  è per motivi gravi, riferisce di incubi che tendono a presentarsi nella prima  settimana dopo l'intervento. In genere, tendono a regredire spontaneamente e in  breve. In malati particolarmente sensibili, sembra che la stessa anestesia  possa procurare alterazioni alla base di un periodo transitorio di incubi. 
 Anche aspetti  come la qualità del sonno o certi comportamenti abituali possono contribuire  all'insorgenza degli incubi. 
 Le cattive  abitudini influiscono sui sogni
 Il primo e più  importante dei comportamenti che predispone agli incubi è il passare le notti  insonni: all'incirca due persone su dieci tra coloro che lamentano questo  problema, soffrono  anche di incubi. Gli aspetti dell'insonnia che  accrescono la vulnerabilità agli incubi sono: 
- Addormentarsi dopo un tempo eccezionalmente lungo  (più di un ora);
- Risvegli ripetuti nel corso della notte;
- Avere un sonno leggero;
- Lamentare rilevanti disagi fisici e mentali dopo una  notte in bianco: ansia e irritabilità particolarmente accentuate, forti mal di  testa, problemi di memoria. 
·  Fumare in modo eccessivo può accrescere la  probabilità di fare incubi: la nicotina delle sigarette è uno stimolante;  può, quindi aumentare l'eccitabilità che, oltre a provocare difficoltà di  addormentamento, crea un terreno fertile per il prodursi di incubi. Inoltre, il  fumo genera disordini del respiro che, a loro volta, rendono più alta la  possibilità di soffrire di questo disturbo del sonno.
 Non sempre  gli incubi possono essere considerati una malattia; non certo se capitano  di rado. E' consigliabile rivolgersi ad uno specialista o ad un centro di cura  del sonno in determinati casi.
              I sintomi che suggeriscono di prendere provvedimenti  per gli incubi: 
·  Quando gli incubi vanno avanti ininterrotti  dall'infanzia;
·  quando si presentano una o più volte al mese;
·  quando provocano disturbi del sonno: paura di  addormentarsi, un sonno agitato e non 
   ristoratore;
· quando influenzano il vivere quotidiano: quando cioè  i brutti sogni ci mettono di malumore anche durante il giorno.
· Quando sono associati a problemi nevrotici: come  attacchi di panico, pensieri o comportamenti ossessivi, tendenza all'isolamento  o grosse difficoltà nel rapporto con gli altri.
 Le circostanze che abbiamo elencato  suggeriscono di correre ai ripari, perché quando gli incubi diventano una  costante delle nostre notti, hanno pesanti ripercussioni sulla nostra salute. I  maggiori problemi che questa malattia determina sono di natura psicologica.
     Le conseguenze psicologiche degli  incubi: chi soffre di questo disturbo in modo frequente diviene più ansioso,  vulnerabile, suscettibile. Presto sviluppa un incontrollabile timore di  addormentarsi, con la conseguenza di passare notti insonni o con un sonno  irrequieto. Le ripercussioni di tutto ciò sono distraibilità, difficoltà di  concentrazione, calo della lucidità e difficoltà a tenere a mente le cose. In  casi severi e protratti, l'individuo incorre in comportamenti nevrotici se non  in problemi psichiatrici.
 Le categorie a  rischio 
· Come si è detto, gli incubi sono piuttosto comuni  tra i bambini. Tuttavia, a meno che non sia un fenomeno ricorrente, le  cure più appropriate sono comprensione, rassicurazioni e affetto. In genere,  questa sensibilità scompare da sé nell'adolescenza. 
· Le donne, fin da piccole, sono più soggette a  incubi rispetto agli uomini; da giovani, raggiungono il picco di frequenza di  questo disturbo dopo i 14 anni. 
· Anche le persone anziane sono più  vulnerabili; in questa categoria il sesso più colpito rimane quello femminile.
Tre disturbi confusi comunemente con gli incubi
·  Le Allucinazioni Ipnagogiche: sono  esperienze molto vivide di immagini, sensazioni, rumori che si presentano nella  fase di addormentamento. In alcuni casi, sono talmente inquietanti da far trasalire  l'individuo, che però si risveglia in uno stato di torpore in cui elementi  frutto di fantasia si "mimetizzano" con l'ambiente. L'allucinazione  ipnagogica più comune ed innocua è la sensazione di cadere che provoca un  immediato risveglio e spesso uno scalciare scomposto. Le cause di queste  esperienze possono essere carenza di sonno, stress o l'effetto collaterale di qualche farmaco.  Talvolta, preannunciano una notte con incubi.
· La Paralisi del sonno: al risveglio,  l'individuo avverte per alcuni secondi un'incomprensibile e totale incapacità  di muoversi. Questo fenomeno è dovuto al mantenersi della condizione di atonia  muscolare che caratterizza i sogni; in altre parole, si verifica una sfasatura  nel risveglio: la mente è già cosciente, mentre il corpo è rimasto ancora nel  sonno. L'origine di questo problema va ricercato negli stessi motivi che  provocano le allucinazioni ipnagogiche.
·  Il Pavor Notturno: è un esperienza  molto affine all'incubo. Come l'incubo Non-REM, è caratterizzato da una  sensazione di accentuato terrore, ma, a differenza di quest'ultimo, non è  accompagnato da una maggiore coscienza e da allucinazioni. Inoltre, mentre gli  incubi comunemente restano in mente, il Pavor Notturno è seguito da un’assenza  di ricordo di quale sia stato il motivo di tanto spavento. Tranne rari casi, ha  radici genetiche e familiari. 
LE CURE
 L'intervento  principale nel caso di incubi è di carattere psicologico; l'approccio  farmacologico è da usare con cautela e solo come terapia d'urgenza o, in casi  severi, d'appoggio. Le tecniche psicoterapeutiche di maggiore efficacia sono  riportate nella sezione che segue. In un'altra contesto, si possono trovare  quali sono i farmaci che sono risultati più efficaci nel trattamento di questo  disturbo.
 Rimedi  Psicologici
· L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI:  è di grande aiuto  nel comprendere e far fronte ai problemi rappresentati in forma simbolica nei  sogni, mentre è pressoché senza effetto sugli incubi.
· LA RIPETIZIONE IMMAGINATIVA: è una tecnica che si  acquisisce in tre fasi; 1) trascrizione dell'incubo; 2) individuazione di un  nuovo e positivo finale del sogno; 3) ripetizione con l'immaginazione della  nuova conclusione. Si tratta di un procedimento tanto più efficace, quanto più  l'individuo è in grado di produrre immagini dettagliate e a fuoco ed è capace  di  a rimanere assorto e concentrato quando le visualizza. 
             · IL SOGNO  LUCIDO: il sogno lucido è un'esperienza onirica contraddistinta dalla  consapevolezza di sognare, dalla capacità di scegliere temi e di variare il  contenuto dei sogni. E' un procedimento che si apprende in fasi successive:  rilassamento muscolare, immaginazione guidata, induzione di un sogno lucido.
 · IL SOGNO  LUCIDO: il sogno lucido è un'esperienza onirica contraddistinta dalla  consapevolezza di sognare, dalla capacità di scegliere temi e di variare il  contenuto dei sogni. E' un procedimento che si apprende in fasi successive:  rilassamento muscolare, immaginazione guidata, induzione di un sogno lucido. 
· L'IPNOSI: vengono date suggestioni di rilassamento e  viene suggerito che il sonno dell'individuo sarà tranquillo, sereno e profondo.  Di fronte a incubi post-traumatici, con l'ipnosi si può far ritornare la  persona al momento del trauma e modificare la sua reazione all'evento  drammatico.
 Alcuni consigli  pratici per sconfiggere Nightmare (incubo, in inglese) 
· E' importante tenere a mente che non si è impotenti  di fronte ad un incubo e che quest'ultimo desta uno stato di maggiore allerta;  questa condizione può rendere lo scenario del brutto sogno ancora più  angosciante, ma anche fornire un'insostituibile opportunità per intervenire  sull'incubo. Gli accorgimenti che andiamo a suggerire possono essere acquisiti  in modo relativamente facile da chi soffre frequentemente di incubi.
·  Quali segnali possono far presagire che avremo  una "notte da incubo"? 
Al momento dell'addormentamento, possiamo provare uno  stato di insolito e pesante torpore. 
Talvolta, poi, gli incubi sono anticipati da  esperienze ipnagogiche (sempre presenti durante la fase in cui si sta per  prendere sonno) più intense e coinvolgenti. Quando ciò accade è consigliabile  fare lo sforzo di svegliarsi e farsi una camomilla o comunque rilassarsi un  po'.
             ·  Come capire quando un sogno  sta per trasformarsi un incubo? I segnali più comuni di quando il sogno sta  prendendo questa piega sono:
 ·  Come capire quando un sogno  sta per trasformarsi un incubo? I segnali più comuni di quando il sogno sta  prendendo questa piega sono: 
Il sogno è  l'infinita ombra del Vero
              G. Pascoli, Alexandros
              
              IL SOGNO È UN ITINERARIO NEI GIACIMENTI DELL' ANIMA 
                 di Giuseppe G. Perfetto
di Giuseppe G. Perfetto 
               
 Se  sommiamo le ore che nell'arco di tutta una vita dedichiamo al sonno, risulta  che complessivamente trascorriamo 23 anni a dormire e ne impieghiamo ben 4  sognando.
 Passiamo un terzo della nostra vita dormendo.  Ma di tutto questo tempo non ne abbiamo coscienza, il più delle volte non  serbiamo nessun ricordo delle nostre esperienze notturne. Dormire non è tempo  perso, ma un processo, biologico e psicologico assieme, utile per il nostro  benessere e per la salute. Tutti i mammiferi hanno bisogno di sognare e l'uomo  si ammala o va incontro a gravi squilibri se non può dormire in modo  soddisfacente e sognare con regolarità. 
Il sonno dona all'uomo il ristoro del corpo e  la magia dei sogni. Nel sonno l'anima si rifugia  in un luogo interno e nel sogno entriamo in un mondo tutto nostro. Imparando ad  ascoltare la voce del sogno che proviene dai livelli più profondi della nostra anima, è possibile  raggiungere un'autoconoscenza di tipo molto particolare, ovvero apprendere  informazioni su di noi che celiamo a noi stessi. I sogni, anche quelli più  angosciosi, costituiscono un importante patrimonio interiore. Uno sterminato  giacimento d'informazioni su di noi è sepolto nel  nostro mondo onirico (dal greco òneiros = sogno). C'è un  tesoro nascosto in quel misterioso paese che è il mondo del sogno, nel quale ad  ogni nostro viaggio notturno ci è data la possibilità di avventurarci. Conoscere i  processi del sonno e il significato dei propri sogni significa conoscere sé  stessi.
 In  questo affascinante campo, sono due gli indirizzi di studio: da una parte la  psicoanalisi, che si interessa del sogno e dei suoi significati, dall'altra le  neuroscienze, e in particolare quella scienza che si occupa dello studio delle  funzioni del sistema nervoso che è la neurofisiologia, che invece sono  interessate ai meccanismi del sonno in sé e per sé. Fra i due indirizzi di  ricerca non c'è incompatibilità o contrasto poiché entrambi studiano l'uomo ma  da un diverso punto di vista, con un differente livello di conoscenza, dal  momento che anche gli scienziati più estremisti sono oramai convinti che  l'anima e il cervello non siano esattamente la stessa cosa; si riconosce che  non vi è una relazione univoca fra un determinato stato del cervello e una  specifica attività psichica.
              FREUD/IL SOGNO COME  TRAVESTIMENTO SIMBOLICO DEI DESIDERI
 Il  merito storico di Sigmund Freud fu quello di  assegnare al sogno un significato psicologico, individuabile attraverso il  lavoro analitico dell'interpretazione, concependo il sogno come il risultato di  un processo psichico e non esclusivamente come un prodotto somatico. Secondo  Freud è dall'inconscio dell'individuo che si originano i sogni. L'inconscio  esprime essenzialmente desideri, generalmente di carattere sessuale, che nel  sogno trovano una loro "realizzazione  allucinatoria". Però, tali desideri, sentimenti e pensieri dell'io  inconscio risultano angoscianti per l'io cosciente, ma il nostro sonno non è  turbato da questi contenuti perché su di loro interviene una terza istanza, la censura, che camuffa, maschera ed elabora i messaggi  latenti dell'inconscio trasformandoli in immagini manifeste tollerabili dalla  coscienza. 
 I  nostri desideri e impulsi profondi, che sono prevalentemente di natura sessuale  ed aggressiva, sono rifiutati dalla coscienza perché immorali, e attraverso il  lavoro dell'istanza di controllo della personalità, la  censura appunto, sono deformati sino a renderli irriconoscibili e  trovano, nel contesto del sogno, una loro rappresentazione puramente simbolica.
 Il  sogno è, quindi, la rappresentazione dell'appagamento mascherato di desideri  repressi in un modo tale, e tramite immagini, che assicurano che loro intima  natura non sia svelata.
Il principale meccanismo di cui si serve la censura per imporre restrizioni all'espressione dei  desideri inconsci è la simbolizzazione. Il  significato del sogno si scopre attraverso un processo inverso a quello operato  dalla censura ovvero tramite l'interpretazione che dal contenuto manifesto, il  sogno in quanto ricordato e riferito dal soggetto, perviene ai pensieri latenti  inconsci, [essendo] il testo originale del sogno costituito da quei desideri e  da quelle idee che hanno provocato il sogno medesimo. L'interpretazione mette a  nudo le distorsioni imposte dalla censura onirica. In psicoanalisi, oltre all'interpretazione,  ci si serve di un altro metodo: l'associazione  libera, nella quale il paziente in terapia è invitato ad associare i suoi  pensieri in relazione alle immagini e alle emozioni del suo sogno, pervenendo  così a rintracciare i motivi inconsci originari.
 Attualmente  gli psicoanalisti sono più propensi a considerare i sogni come una  rappresentazione della situazione psicologica esistente nel soggetto nel  momento in cui il sogno viene fatto, e le figure che compaiono nell'esperienza  onirica oltre che rappresentare oggetti o persone verso i quali il sognatore  dirige i propri desideri, possono anche simboleggiare aspetti della personalità  dell'individuo.
              IL SOGNO DI JUNG/SIMBOLI  DALL'INCONSCIO COLLETTIVO
              Secondo l'altro grande psicanalista, Carl Gustav Jung, i sogni potevano essere letti oltre  che col metodo causalistico del suo maestro Freud, che dal sogno perveniva ai  motivi inconsci connessi alla storia del soggetto, anche con quello  prospettico, con uno sguardo sul futuro, il che consentì a Jung di osservare  nel vissuto onirico le linee di sviluppo della crescita psicologica a partire  dalla potenzialità che nel sogno si manifestino "cose non ancora  realizzate". Sin dall'inizio, Jung aveva concepito i sogni come creazioni.
 Un'altra  differenza rispetto al modello freudiano sta nel fatto che secondo Jung il  sogno può rappresentare oltre che contenuti  dell'inconscio personale anche temi propri dell'inconscio collettivo,  che è quella parte della nostra psiche che conserva simboli universali, detti archetipi, che non provengono da acquisizioni  personali, ma che sono ereditati dalla specie come risultato della storia  dell'umanità a partire dalle origini. Secondo la concezione junghiana  all'inconscio collettivo vanno ascritte la produzione dei miti, delle idee  religiose, delle visioni e dei sogni, poiché persone di culture differenti  possono spontaneamente attingere da un comune immaginario simbolico.
 Jung  scrive trattarsi di «"grandi" sogni, ossia di sogni ricchi di  significato che provengono da questo strato più profondo della psiche. La loro  significatività trapela già dalla loro plasticità che mostra non di rado forza  e bellezza poetica. Tali sogni si presentano, perlopiù, in periodi decisivi  della vita, vale a dire nella prima giovinezza, durante la pubertà, a mezzo del  cammino (fra i 36 e i 40 anni) e in conspectu  mortis. Non si tratta più, nel caso delle immagini archetipiche,  d'esperienze personali, ma, in certo qual modo, d'idee generali ,il cui  significato fondamentale va ricercato nel senso che è loro caratteristico e non  in qualche contesto di eventi personali».
 Jung  giunse a formulare il concetto di inconscio collettivo  proprio grazie all'interpretazione di un suo sogno, in cui compare un classico  simbolo onirico:  la casa.
 Egli  sognò di trovarsi in un comodo salotto arredato in stile settecentesco, al  primo piano di un'abitazione ignota, che però sentiva essere la sua casa.  Si diresse ad esplorare il resto della casa. Scorse un pesante portone che dava  su una scalinata, scese al piano sottostante che immetteva in una cantina.  Questa cantina era un grande locale dall'aspetto antico, con uno splendido  soffitto a volta; sotto di essa, passando per un'altra scala, si ritrovò in una  sorta di caverna simile ad una tomba preistorica piena di ossami, con teschi e  frammenti di ceramiche.
 Jung  interpretò il sogno così: «Mi era chiaro che la casa  rappresentava una specie di immagine della psiche, cioè della condizione in cui  era allora la mia coscienza, con in più le integrazioni inconsce fino allora  acquisite. La coscienza era  rappresentata dal salotto: aveva un'atmosfera di luogo abitato. Col pianterreno  cominciava l'inconscio vero e proprio. Quanto più scendevo in basso, tanto più  diventava estraneo e oscuro. Nella caverna avevo scoperto i resti di una primitiva civiltà, cioè il mondo dell'uomo  primitivo in me stesso, un mondo che solo a stento può essere raggiunto o  illuminato dalla coscienza. Il mio sogno rappresentava, pertanto, una specie di  diagramma di struttura della psiche umana. Il  sogno divenne per me un’immagine guida. Fu la mia prima intuizione  dell'esistenza, nella psiche personale, di un  a-priori collettivo che ritenni fosse costituito da tracce di primitivi  modi d'agire. In seguito, con la più vasta esperienza e sulla base di più ampie  conoscenze, ravvisai in quei modi d'agire delle forme istintive, cioè degli  archetipi».
 Se la  tecnica elettiva freudiana dell'interpretazione è l'associazione libera, il  procedimento utilizzato dagli analisti junghiani è l'"amplificazione", che consiste  nel richiedere al soggetto di intrattenersi sul proprio sogno, fornendo le sue  impressioni su di esso, esprimendo quel che in esso lo colpisce in modo  particolare, arricchendolo con altre immagini e simboli, illuminando così i  temi onirici in tutte le loro sfumature di possibili significati, utilizzando  anche l' "immaginazione attiva", che  porta il paziente ad entrare, da sveglio, nello stato mentale del sogno,  seguendo spontaneamente le fantasie, le immagini e i simboli che emergono. 
              LE FASI DEL SONNO  PROFONDO DEL CERVELLO
 Il  sonno è uno stato fisiologico della coscienza caratterizzato da una condizione  di pressoché totale interruzione dei contatti sensoriali e motori che collegano  l'organismo, e quindi il cervello, all'ambiente esterno. Il sonno e il sogno  avrebbero avuto ben poche possibilità di essere studiati scientificamente se  non si fosse scoperta la possibilità di osservare come funziona il cervello, e  di registrare lo stato di attività elettrica dei neuroni, tramite l'elettroencefalografo  (EEG). 
 Se ci  troviamo in un ordinario stato di veglia attiva, il tracciato  elettroencefalografico mostra un andamento vivace, rapido, con tanti picchi, a  frequenza irregolare, detto ritmo beta: questo stato si chiama desincronizzazione cerebrale. Possiamo pensare a  questo stato come a una situazione simile a quella che ci ritroveremmo ad  osservare se ci trovassimo all'interno di una stanza nella quale ci sono tante  persone (= i neuroni) divise in gruppetti, ognuno delle quali conduce una conversazione  individuale, insomma un gran vociare caotico.
 Mano a  mano che passiamo dal rilassamento al dormiveglia, al sonno vero e proprio,  vediamo che il tracciato dell'elettroencefalogramma si modifica gradualmente  mostrando un andamento più lento: è lo stato di sincronizzazione  cerebrale. E' come se i singoli neuroni si comportassero come individui,  all'interno di una grande massa, che tutti assieme esprimono contemporaneamente  le stesse parole, parlando in modo sincronizzato fra loro, tutti i neuroni  sussurrano all'unisono.
 La desincronizzazione è intesa come uno stato di  attivazione cerebrale, mentre la sincronizzazione  riflette uno stato di riposo. Infatti, è scarsa l'informazione veicolata dal  gruppo di persone che stanno dicendo la stessa cosa, il messaggio prodotto è  unico, viceversa il gruppo desincronizzato trasmette molti messaggi differenti  ed elabora simultaneamente molte informazioni. 
 Via-via  che procediamo dall'addormentamento al sonno passiamo da uno stato di  desincronizzazione ad uno di sincronizzazione, seguendo un percorso in quattro  stadi chiamati le fasi del Sonno S (dove S sta per Sincronizzazione):
- lo Stadio 1, che occupa il 7% del tempo di  sonno totale, è la fase dell'addormentamento e del sonno leggero in cui  l'individuo può svegliarsi facilmente, il tracciato EEG passa da un ritmo alfa, che indica rilassamento psicofisico, alla  comparsa delle onde theta, in questo stadio  vengono riferite fantasie simile a micro-sogni.
- lo Stadio 2, che dura il 50% del sonno,  oltre al ritmo theta è caratterizzato da onde  più brevi e isolate, chiamate complessi K, che paiono correlati a stimoli  provenienti dall'ambiente esterno, il contenuto mentale riferito è più simile a  pensieri isolati e il loro ricordo è sparso e confuso
              - negli Stadi 3 e 4, che ricoprono il 20% del  sonno totale, si entra nel sonno profondo, predomina il ritmo delta che  rappresenta un rallentamento ulteriore del tracciato EEG con onde a bassa  frequenza, ampie e lente, ed interviene un forte calo del tono muscolare. 
              CERVELLO SOGNANTE
 Dopo  questi stadi, e dopo circa 90 minuti dall'inizio dell'assopimento, il cervello  addormentato produce una desincronizzazione cerebrale simile a quella della  veglia, il tracciato EEG è veloce e possono comparire particolari onde rapide  che assumo la forma di dente di sega,  un'intensità che indica una lavoro attivo da parte dei neuroni, ma il soggetto  dorme profondamente: è la fase del sonno con sogni, o sonno D (D sta per desincronizzazione).
 Questo  stadio viene anche chiamato fase REM, sigla da Rapid Eyes Movements, perché si caratterizza dalla presenza di  rapidi movimenti degli occhi. Mentre la maggior parte dei movimenti oculari  rapidi non può essere attribuita a un esame del campo visivo del mondo onirico,  ci sono però occasionalmente movimenti più ampi che sembrano verificarsi in  relazione con il contenuto descrittivo del sogno. Vi sono altri eventi  fisiologici connessi alla significazione attivazione nel Sonno D, o sonno REM,  come: forte diminuzione del tono muscolare, improvvise contrazioni muscolari  spasmodiche e sussulti generalmente ricorrenti nella muscolatura dei piedi e  delle mani, fenomeni detti "mioclonie muscolari", accelerazione del  battito cardiaco, aumento dei ritmi respiratori, del consumo di ossigeno  cerebrale e del flusso sanguigno negli strati esterni degli emisferi cerebrali.
 Questo  stadio di sonno con sogni occupa il 23% del tempo complessivo del sonno. In  questa fase di sonno desincronizzato, nel quale il corpo è paralizzato, il  nostro cervello è come cieco e sordo rispetto agli  stimoli esterni e processa le informazioni che provengono dal suo  interno, creando le scene oniriche. Infatti, se si sveglia un soggetto durante  una fase REM il ricordo del sogno sarà ricco e dettagliato.
 I  sogni del sonno REM sono caratterizzati da immagini vivide, situazioni uditive  e di movimento, con esperienze oniriche complesse, bizzarre e dinamiche, con  una forma  narrativa.
 Nei  precedenti stadi di sonno sincronizzato, il cervello non dorme completamente e  non cessa di elaborare processi ideativi che, però, rispetto al sogno,  risultano meno vivaci e tendono ad assumere forme simili a frammenti di  pensieri isolati, più concettuali, con situazioni statiche senza attività  allucinatorio-immaginativa e privi di coinvolgimento emotivo.
              I SISTEMI FISIOLOGICI  DEL SONNO
 Il  sonno è uno stato regolato da due distinti processi. Il primo, responsabile del  sistema dello stato di veglia, è regolato dalla Formazione  Reticolare Ascendente, situata nella parte centrale del tronco cerebrale,  che si trova alla base del cervello prima del midollo spinale. L'attività della  Formazione Reticolare produce desincronizzazione cerebrale, ad essa vanno  ascritte alcuni aspetti della veglia, quali l'attenzione e la concentrazione  mentale. Il secondo sistema, responsabile del sonno, è rappresentato da varie  regioni degli emisferi cerebrali e in particolari zone dei lobi frontali, che  sono posti nella parte anteriore del cervello, la cui stimolazione provoca  sincronizzazione elettroencefalografico e contemporaneamente sonno, rivelando  così una attività opposta a quella della Formazione Reticolare.
 Hobson e McCarley hanno proposto, alla fine degli anni  '70, una teoria sul sogno, chiamata "Modello Attivazione-Sintesi", che ha  trovato vasto consenso fra i neuro-scienziati. Secondo gli studiosi, lo stato  di desincronizzazione del sonno è un processo di attivazione operato da  porzioni del tronco encefalico.
 Questa  attivazione è generata in modo periodico, con un'alternanza di fasi di  sincronizzazione e desincronizzazione, secondo un ritmo e una durata  determinati da un orologio biologico interno. L'attivazione del tronco  encefalico funziona come un generatore di segnali, i quali, raggiungendo il  cervello, producono immagini, sensazioni ed emozioni in modo del tutto casuale.  Questi dati interni, caotici e disparati, vengono integrati dalle regioni  superiori degli emisferi e da altre aree del cervello che presiedono alle  facoltà mnestiche: la memoria fa una sintesi fra  le informazioni bizzarre e slegate da cui viene bombardata e quelle  immagazzinate negli archivi cerebrali. Il sogno sarebbe il risultato finale di  questo processo di sintesi nel quale i dati casuali derivati dall'attivazione  richiamano gli elementi più adeguati possibili presenti nelle esperienze  memorizzate dell'individuo.
 L'esperienza onirica è programmata dagli emisferi del  cervello in modo diverso: nell'emisfero destro, il sogno è organizzato nei suoi  aspetti geometrico-spaziali ed emotivi, mentre il sinistro coordina la  componente narrativo-sequenziale degli eventi del sogno. L'emisfero destro è  maggiormente attivo durante gran parte della notte, invece il sinistro svolge  un ruolo più importante nell'ultima parte del sonno, verso il mattino, quando  il focus dell'attività mentale si sposta dal mondo interno alla realtà esterna.
PERCHÉ DORMIAMO E SOGNIAMO?
 Il  sonno è una necessità biologica. Il sonno sincronizzato, in particolare gli  stadi 3 e 4, sono indispensabili per la conservazione e il recupero delle  attività metaboliche di base, con funzione di ristoro per l'organismo. Mentre  il sonno con sogni, collegato alle facoltà cerebrali superiori e mentali,  avrebbe la funzione di promuovere i processi di selezione ed elaborazione delle  informazioni accumulate durante la giornata favorendone l'immagazzinamento  nella memoria.
 Nel  sogno, il cervello recupera le memorie più antiche e le confronta con le  informazioni più recenti. Secondo i neurofisiologi inglesi Evans e Newman, dormire aiuterebbe a dimenticare le  cose inutili e, partendo dal presupposto che il cervello umano, al pari del computer  ,non possa immagazzinare oltre una certa quantità di informazioni, esso deve, perciò, fare una selezione del  materiale quotidianamente raccolto, archiviando e memorizzando tutto ciò  che è importante ed eliminando le informazioni superflue; i due studiosi  avanzano l'ipotesi che tale processo di selezione  possa avvenire durante il sonno, quando cioè l'organismo non è impegnato ad  interagire con l'ambiente esterno.
              INCUBI E SOGNI ANGOSCIOSI, MOSTRI  DALLE TENEBRE DELL'INCONSCIO
 Gli  incubi e i brutti sogni gettano un'ombra su tutta la giornata seguente e il  loro effetto può persistere con apprensioni diurne. Da estese indagini  statistiche, come quella compiuta su diecimila sogni dal professor Calvin Hall della Cleveland  University, risulta che i contenuti onirici sono più spesso negativi che  positivi: il 64% sono associati ad apprensione, ansia e tristezza, il 70% ha  come temi l'angoscia e la paura, gli incontri caratterizzati da aggressività si  verificano più spesso di quelli benevoli e confidenziali, e gli atti ostili,  compiuti o subiti, sono il doppio di quelli amichevoli; solamente il 18% sono  sogni felici ed euforici.
 Originariamente  per incubo si intendeva il sogno di essere sopraffatti da un mostro:  nell'occultismo e nella demonologia medioevale l' "incubus" era uno spirito  malvagio maschile di aspetto mostruoso che discendeva sulle donne mentre  dormivano e aveva rapporti sessuali con loro, gli corrispondeva "succubus",  un demone in forma femminile che seduceva gli uomini durante il sogno ed era  responsabile delle loro polluzioni notturne. Nelle tradizioni popolari  successive l'incubo è rappresentato sotto forma di omiciattolo gibboso che  siede sul petto dei dormienti togliendo loro il respiro.
 Gli  incubi, in senso stretto, non sono propriamente sogni. Si verificano nel quarto  stadio del sonno profondo: è tipico dell'attività mentale, durante il sonno  sincronizzato, il fatto che le persone non riferiscano sogni ricchi di eventi,  come invece fanno nel caso di un sogno vero e proprio che si verifica durante  il sonno desincronizzato.
 Infatti, gli incubi assumono prevalentemente  la forma di immagini statiche e sfuocate, situazioni isolate, alle quali si  accompagnano intense sensazioni di paralisi e ansia, senso di oppressione  toracica, di soffocamento e palpitazioni. Al risveglio, a causa della mancanza  di vivide immagini, non si ricorda cosa esattamente terrorizzava, il ricordo di  cosa è accaduto è nebuloso o più spesso assente. 
 Rimane  solo una forte paura. Nell'incubo si ha l'impressione di essersi  misteriosamente trovati avvolti da un'atmosfera inconsueta, minacciosa,  inquietante, o allusiva a un pericolo imminente e sconosciuto. Poiché il sonno  profondo (stadi 3 e 4) è più abbondante all'inizio della nottata, l'incubo si  verifica generalmente durante la prima ora e mezzo. Nell'incubo, che anche se  sembra interminabile non dura più di cinque minuti, il risveglio è improvviso,  la persona spalanca gli occhi, è agitatissima, in preda al panico, confusa,  impaurita con evidenti reazioni somatiche, come tremori, profusa sudorazione,  accelerazione del battito cardiaco e dei ritmi respiratori.
 Di  solito, non ci si risveglia mai completamente e il soggetto si riaddormenta di  nuovo. Gli incubi sono frequenti nei bambini, insorge generalmente fra i 4 e i  12 anni per poi scomparire nell'adolescenza.
 La  loro comparsa in età adulta e il loro persistere nel tempo sono legati a  situazioni di vita stressanti e a problemi psicologici nella sfera affettiva,  in particolare relativi alla mancanza di controllo dell'ansia e degli impulsi  aggressivi, oppure sono dovute alla brusca interruzione di alcuni trattamenti  farmacologici (come i sonniferi barbiturici).
 Anche  l'astinenza forzata da droghe, anfetamine e alcol può far insorgere la comparsa  di incubi. La causa dell'incubo è sconosciuta, ma si tende ad attribuirla a un  disturbo nel processo di risveglio dal sonno profondo.
 Invece,  i sogni terrifici sono vere e proprie esperienze  oniriche del sonno desincronizzato, o fase REM, e si verificano a notte  inoltrata. Durano una quindicina di minuti e si ricordano meglio. Sono i sogni  che producono reazioni di spavento: di solito, nelle scene oniriche il  sognatore si trova ad essere attaccato, inseguito o affogato. I sogni  terrifici, più o meno ricorrenti, segnalano la presenza di un problema  psicologico che preme di essere risolto in modo adeguato.
 I  sogni terrifici dal punto di vista soggettivo non sono molto diversi dagli  incubi, si distinguono da questi ultimi solo per la dinamica e la vividezza  delle immagini, per la complessità degli eventi e per la minor intensità delle  reazioni ansiose suscitate. Gli incubi sono fenomeni rari, mentre i sogni  terrorizzanti sono molto comuni. Inoltre, un'altra differenza è che i sogni  terrifici, anche se ricorrenti, tendono a cambiare forma via-via che  l'individuo affronta i propri nuclei problematici nella vita, mentre gli incubi  sono più ripetitivi: sicché si hanno le stesse immagini spaventose anche per  anni, come la tipica figura nera ai piedi del letto o  gli occhi che fissano. 
 In  psicoanalisi, non si bada a questi dettagli psicofisiologici, così incubi e  sogni terrifici sono inclusi sotto la comune denominazione di "sogni  d'angoscia". Secondo Ernest Jones, uno dei  primi allievi di Freud, le caratteristiche fondamentali dell'incubo sono: un  terrore insopportabile, un senso di oppressione e peso sul petto che rende  difficoltosa la respirazione e la convinzione di trovarsi irrimediabilmente  paralizzati.
 Per  Freud, i sogni d'angoscia sono il risultato di un fallimento del lavoro della  censura: senza il camuffamento operato dalla censura, l'io si trova investito  dai contenuti dell'inconscio. Scrive Freud in proposito: «L'osservazione è che i sogni d'angoscia hanno un contenuto  sfuggito alla censura. Il sogno d'angoscia è spesso lo scoperto appagamento di  un desiderio, naturalmente non di un desiderio accettato, ma di un desiderio  respinto. L'angoscia è l'indizio che il desiderio represso si è mostrato più  forte della censura, che il desiderio ha imposto, o era in procinto di imporre,  il proprio appagamento contro la censura».
 Tali  sogni mettono il sognatore di fronte a desideri, pensieri e ricordi che egli ha  rinnegato e non riconosce come propri. Questi aspetti misconosciuti dell'io si  organizzano in quella che Jung ha chiamato l'Ombra (che è la nostra parte  rifiutata, somma di tutte le caratteristiche personali che, per la loro  incompatibilità con la forma di vita scelta coscientemente, l'individuo  nasconde agli altri e a se stesso) che può personificarsi nei personaggi  onirici che si introducono nel sogno.
 Difatti, in psicoterapia, i sogni d'angoscia  offrono il mezzo più diretto per scoprire il vero problema che assilla la vita  del soggetto e ci si rivolge ai sogni ordinari per giungerne alla soluzione.  Nei sogni d'angoscia, il sognatore si trova di fronte ad una situazione onirica  che minaccia la sua identità, essi segnano momenti particolari della vita  dell'individuo, hanno a che fare con i travagli connessi alle svolte personali  ed è per questo che sono più frequenti durante l'adolescenza e le crisi della  mezza età.
 E'  possibile distinguere i sogni d'angoscia in tre grosse categorie  interpretative. La prima fa derivare gli incubi dalla riproduzione di  esperienze traumatiche vissute dal soggetto nel passato, situazioni o pericoli  alle quali non ha potuto adeguatamente reagire, nelle quali il soggetto ne fu  vittima passiva. Sono invasioni violente nella continuità psicologica;  rappresentano tentativi di assimilare un'esperienza inammissibile, di  convertire in ricordo un'esperienza inimmaginabile. Nella seconda categoria, vi  sono quei sogni angoscianti che si originano da timori nei confronti dei propri  impulsi, sessuali e aggressivi, e, come dicevamo in relazione all'Ombra, ognuna di  queste incontrollate tendenze può trovare una rappresentazione simbolica in  esseri mostruosi o animali. Rientra in questa categoria la tesi dello  psicanalista Ernest Jones secondo cui l'incubus,  il mostro che si insinua nel sonno (che può assumere le sembianze di essere subumano,  animale, strega, vampiro, assassino pazzo, ecc.), rappresenta una persona, di  solito un genitore, verso la quale il sognatore proietta tali impulsi.
 Nella  terza categoria, ci sono quei sogni, o esperienze semi-oniriche, che sono il  prodotto mentale di semplici sensazioni d'origine corporea, come per esempio i morsi della fame che creano gli incubi viscerali di essere  assaliti da ragni o il formicolio di una gamba che diventa l'aggressione di un  esercito di formiche o l'impressione d'essere schiacciati da un grosso peso.
 Nell'interpretazione  junghiana, il terrore dell'incubo, oltre a rappresentare l'effetto dell'incontro con  l'Ombra, potrebbe essere imputabile al mysterium tremendum della  forza primordiale dell'apparizione di un potente archetipico dell'inconscio  collettivo che può personificarsi al sognatore come un'entità mostruosa.
IL SOGNO DI  COSTANTINO, DI PIERO  DELLA FRANCESCA
                Leggenda della Vera Croce, San  Francesco, Arezzo.
                 1458-1466
1458-1466
                da Wikipedia Il Sogno di Costantino è un affresco (329x190  cm) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera  Croce, nella cappella  maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466.  L'affresco fu probabilmente dipinto nella seconda parte dei lavori, dopo i  contatti con la cultura fiamminga e Roma, dalla quale Piero sviluppò un ancora  più forte senso della luce. Il Sogno di Costantino è una delle più convincenti  scene notturne dipinte fino ad allora nell'arte europea e rimase pressoché  insuperato, in quanto a effetti drammatici, fino all'epoca di Caravaggio.
                Descrizione  e stile 
 Rispetto  alle scene precedenti (il Sollevamento della Croce per la sepoltura,  ambientata ai tempi di Salomone, e l'Annunciazione) è stato fatto un  notevole salto temporale in avanti.
 La  profezia della Regina di Saba si è infatti nel frattempo avverata, Gesù è stato  crocifisso sul legno da lei indicato, il regno dei Giudei è stato dissolto e Gerusalemme  distrutta. Si arriva così al IV secolo, quando l'imperatore romano Costantino  sta per scontrarsi nella battaglia decisiva contro il suo rivale Massenzio.
 Ecco  che, di notte, nel suo accampamento, un angelo  gli porta in sogno la rivelazione della Croce (In hoc signo vinces), con la quale  sconfiggerà l'avversario (scena successiva della Battaglia di Ponte Milvio);  in seguito all'evento prodigioso, secondo la tradizione, Costantino poi  concesse la libertà di culto ai cristiani (editto di Milano, 313) ed i suoi  successori avrebbero poi fatto del Cristianesimo la religione di Stato (editto  di Tessalonica, 380).
                 DETTAGLIO - La  scena è ambientata alle prime luci dell'alba nell'accampamento romano, con la  tenda dell'imperatore in primo piano, vegliata da due guardie. Essa è aperta e  ci lascia vedere il protagonista addormentato, mentre un altro personaggio  veglia sul suo sonno seduto ed è appoggiato al letto.
DETTAGLIO - La  scena è ambientata alle prime luci dell'alba nell'accampamento romano, con la  tenda dell'imperatore in primo piano, vegliata da due guardie. Essa è aperta e  ci lascia vedere il protagonista addormentato, mentre un altro personaggio  veglia sul suo sonno seduto ed è appoggiato al letto.
                 È,  forse, una guardia del corpo, ed il suo legame con l'imperatore è suggerito  anche dai colori alternati della sua veste (bianco/rosso) che sono gli stessi  del lenzuolo e le coperte del letto imperiale. Il ruolo di questa figura non è  pienamente chiarito e forse si tratta più che altro di uno stratagemma  compositivo: egli, guardando verso lo spettatore, richiama la sua attenzione  (figura del "festaiuolo", come veniva chiamata allora), per poi  direzionarne lo sguardo, tramite le linee di forza dei suoi arti, verso la lancia  della guardia in penombra, la quale indica a sua volta l'angelo.
                 L'angelo, che appare di spalle, con una suggestiva  illuminazione in controluce, reca in mano una piccola croce, simbolo della Vera  Croce, che fa cenno di porgere all'imperatore addormentato. A fianco di  Costantino, il soldato tende la mazza verso il braccio dell'uomo vestito di  bianco, chiudendo così la composizione in un circolo continuo.
                 Vera  protagonista della scena è la luce, che sembra  emanare dalla croce stessa, accendendo la tenda  e il giaciglio imperiale, lasciando, invece, in ombra i soldati e lo sfondo. Si  tratta di una luce "mistica", come si trova in altre opere di Piero  (quali la Flagellazione): si tratta,  infatti, di un passaggio tra l' "ombra" del paganesimo e la  "luce" della ragione cristiana, che trasfigura l'apparizione come un  evento essenzialmente luminoso. La scena ha, come pendant, l'Annunciazione, che si trova a sinistra della finestra: in entrambi i casi, si trova, infatti,  un messo divino che porta un messaggio che  decide le sorti dei protagonisti e dell'umanità intera.
                 Nel  cielo, le stelle ricreano, in maniera speculare e con qualche approssimazione,  la situazione astrale nell'anniversario della data del sogno.
                
                  L’INCUBO SECONDO JOHANN HEINRICH FÜSSLI
                 Conosciuto  come Henry Fuseli in Inghilterra) (Zurigo, 7 febbraio 1741 – Putney Hill, 16 aprile 1825), Füssli è stato un  letterato e pittore svizzero di stile romantico, che esercitò la sua attività  principalmente in Gran Bretagna.
                 Abilissimo  disegnatore, trasse ispirazione dai suoi studi sull'antico e su Michelangelo,  come i neoclassici, ma scelse soggetti di ispirazione romantica, ricchi di pathos e di immaginazione, di gesti violenti e atmosfere magiche, spesso tratti dagli  episodi più visionari delle grandi opere poetiche, precorrendo alcuni temi  dell'Espressionismo e del Surrealismo.
ACHILLE E L'OMBRA DI PATROCLO, 1803
                
                 
                
                
                L’INCUBO
                
                 
                
                
                L'incubo, 1781. Olio su tela. cm. 101,6X127. Detroit, Insitute of Arts
                   ... e  poi, c’è il silenzio ...
               
              
Füssli,  Il silenzio (1799-1800)
              Zurigo, Kunsthaus              
  
  "Una fanciulla in veste d'oro", di F. M. Di Bernardo Amato